
Agrippa (lo stesso che ha fatto costruire l’Euripus Virginis), amico e genero di Ottaviano, fece costruire due acquedotti:
- l’acquedotto Giulio che proveniva dalle sorgenti lungo la Via Latine e forniva i colli Viminale, Quirinale e Campidoglio;
- l’aqua Virgo che riforniva la zona di Campo Marzio, che non aveva ancora un suo acquedotto.

L’aqua virgo era il sesto acquedotto della città e fu inaugurato il 9 giugno del 19 a.C., aveva una lunghezza di circa 20 km ed una portata di 1201,92 l.
Il suo nome deriva dalla purezza dell’acqua che vi scorreva e dal fatto che una ragazza (virgo) avesse indicato ad un gruppo di soldati assetati una fonte da cui dissetarsi, la stessa da cui Agrippa fece partire l’acquedotto. La sorgente si trovava all’VIII miglio della via Collatina, nell’agro Lucullano, una zona bassa e paludosa, ma ricca di acque sorgive.
Qual era il suo percorso?

Il percorso dell’acquedotto era quasi tutto sotterraneo e coincideva con quello di Via Collatina peri primi 19 km.

Ad un paio di km da Porta Maggiore deviava verso nord, attraversando la via Tiburtina, la via Nomentana e la via Salaria, giungendo infine sui Monti Parioli ed entrando a Roma in corrispondenza del Muro Torto.

Procedeva ancora verso sud e sotto gli Orti Luculliani (l’attuale via dei Due Macelli), riemergeva in superficie e proseguiva su diverse arcate.

Scavalcava così l’attuale via Del Corso per terminate in Campo Marzio, davanti ai Saepta, dove Agrippa aveva fatto costruire lo stagnum Agrippae e le Terme.

Esiste ancora oggi?
Dell’assetto originario del tratto urbano dell’Aqua virgo non è rimasto nulla, ma possiamo vedere una parte delle arcate ricostruite dall’imperatore Claudio nel 45-46 d.C..

Un esempio sono le arcate visibili in via del Nazareno.

L’acquedotto fu ristrutturato anche da Costantino, ed era ancora in funzione nel 537 d.C. quando i Goti tentarono di entrare a Roma percorrendo proprio il percorso sotterraneo dell’Aqua Virgo.
Anche nel Medioevo sono stati effettuati diversi restauri di questo acquedotto di epoca romana, che è l’unico ancora in funzione e sostenta alcuni tra le maggiori fontane della città di Roma.



