Sai chi ha fatto conoscere al pubblico italiano la festa di Halloween?
Proprio loro, i Peanuts ⤵️

Nel breve video che potete vedere sotto, Il protagonista è Linus, che coltiva il culto del “Great Pumpkin”, un essere che la notte di Ognissanti appare nel campo di zucche portando doni ai bambini buoni.
Era una religione dell’attesa, che si alimentava proprio dal continuo rinvio della manifestazione della Grande Zucca.
Halloween in America

Verso la fine di ottobre si cominciano a decorare negozi, ristoranti e locali pubblici con zucche intagliate e con un lumino acceso all’interno, e immagini che ricordano i film horror: scheletri, pipistrelli e streghe. Il 31 ottobre i bambini si travestono e girano per le case chiedendo “dolcetto o scherzetto?”. Le scuole e varie associazioni organizzano eventi a tema.
Come la filmografia americana ha fatto da tramite con l’Italia
Il 14 aprile del 1979 è uscito in Italia il film “Halloween, la notte delle streghe” di John Carpenter. Il film ebbe molto successo e fu seguito da una serie di sequel sempre ambientati nella notte di Halloween.
In Italia questa festa era inizialmente un pretesto per organizzare serate a tema in locali, per poi assumere i caratteri di una festa per bambini.

Quando si è diffusa la festa in Italia?
Il periodo di riferimento è l’ultimo quinquennio del XX secolo, ed è stata impostata dall’America.
Il nome è quello in uso negli Stati Uniti, e deriva da All Hallows Eve, vigilia di tutti i Santi.

Halloween e la religione
L’ipotesi principale seguita dagli studiosi è quella che Halloween deriva dalla festa celtica Samain, che si svolgeva a fine ottobre. Una seconda ipotesi, ma meno diffusa è quella che fa risalire la festa all’uso anglosassone del’XI secolo che prevedeva che i questuanti ricevessero dolci in cambio di preghiere per le anime dei defunti.
La festa celtica prevedeva una serie di rituali che avevano a che fare con il simbolismo del fuoco. Si preparavano focolari, cibi e bevande per i defunti, si travestivano e praticavano pratiche divinatorie, in un clima di gioco e divertimento. Molte cose ci riportano ad Halloween, ma non vi sono certezze sull’effettiva continuità sulle due feste.

È possibile che la festa celtica abbia influito su quella cristiana? I rituali di Samain si ritrovano nella veglia di Ognissanti in Irlanda e Scozia. Furono, poi, gli emigrati irlandesi a portare la festa in America.

No, non ho sbagliato ortaggio! Inizialmente venivano intagliate le rape e si metteva una candela al loro interno, poi, vista la grande quantità di zucche presente in America, si è passati ad usare quest’ortaggio.

Da cosa deriva il nome americano della zucca intagliata?
Il nome Jack O’Lantern deriva da una leggenda che racconta di un ubriacone, Jack, che ingannava il diavolo facendogli promettere che gli avrebbe risparmiato l’inferno. Una volta morto fu condannato a vagare per l’eternità, perchè non poteva entrare all’inferno né in paradiso, per i peccati commessi. Per rendere meno buio il suo cammino usava una rapa intagliata dentro la quale teneva un tizzone proveniente dall’inferno.
La festa ebbe successo e ben presto si diffuse all’infuori delle comunità irlandese e scozzese, ma assunse un carattere trasgressivo. Negli anni ‘30 venne trasformata in una festa per bambini usando il famoso motto “trick or treat”, dolcetto o scherzetto. Trick significa scherzo, dispetto, mentre la seconda indica qualcosa che dà piacere, ma allude anche ad uno scambio.

Questo collegamento tra le due feste, fa di Halloween qualcosa di molto antico, precedente al Cristianesimo, ma, allo stesso tempo, proprio questo legame, rende la festa qualcosa di sospetto, in quanto pagana, e quindi portatrice di un messaggio a-cristiano.
Non è una festa italiana!
Una delle critiche più frequenti rivolte a questa festa è il fatto che non abbia un radicamento negli usi locali, e sia quindi una sorta di corpo estraneo rispetto all’identità italiana.
In primo luogo è a una festa dei morti, il che presuppone mettere in discussione il confine tra mondo dell’aldiquà e dell’aldilà, quindi avremmo una maggiore vicinanza dei defunti ai vivi. In questo modo i defunti potrebbero avere una qualche influenza, positiva o negativa, sulla nostra vita; la Chiesa non ammette questa possibilità, se non nella forma dell’intercessione dei defunti in favore dei vivi.
I regali e le offerte per i morti, la possibilità che questi tornino a portare doni o fortuna o che si offendano e possano nuocere sono elementi tipici della festa di Halloween, che non rientrano nella concezione cristiana e quindi nella nostra tradizione, anche se non sempre è così.
Dove sono cresciuta, in un piccolissimo paese in provincia di Messina, i defunti fanno dei doni ai bambini. Quando ero piccola, la mattina del giorno dei morti a casa mia c’era una piccola caccia al tesoro. Svuotavamo cassetti ed armadi alla ricerca del regalo che ci avevano portato i morti, u’cannistru. Già, proprio così, i defunti portano dei doni ai bambini e ai loro cari che durante l’anno si sono comportati bene!
La notte tra l’1 e il 2 novembre portavano un cestino con la frutta martorana, cioccolata e gli scardellini, anche conosciuti come ossa di morto. A coloro che non si sono comportati bene i morti verranno a grattugiare i piedi, per questo motivo vengono nascoste le grattugie. Fortunatamente ho sempre trovato i dolcetti la mattina!


Non è una festa italiana, non rientra nei nostri usi e consumi, ma forse non è così distante da noi come potremmo pensare.
Se esaminiamo tutti gli elementi di questa festa, i travestimenti, la zucca intagliata, i lumini accesi, sicuramente li ritroveremo in diverse tradizioni del nostro Paese. Ad esempio, in Emilia Romagna si faceva una colletta rituale ai bisognosi che si recavano di casa in casa chiedendo la “carità di murt”. Si credeva che il cibo, oltre a sfamare i poveri, avrebbe rappresentato un’offerta per i morti, per placare la loro fame, affinché trovassero pace. In Liguria, invece, il 2 novembre i bambini bussavano di casa in casa chiedendo «il ben di morti», e sembra che in alcune zone, bambini e ragazzi avessero in mano una zucca illuminata. Un altro esempio arriva dal Piemonte, infatti, qui il primo novembre si lasciano dei lumini accesi alle finestre per illuminare la via ai defunti in visita.
L’esistenza di questi riti simili, in paesi così distanti, può farci pensare che certe forme rituali corrispondano a modelli di comportamento antropologicamente significativi e che quindi gli usi di Halloween non siano solo un insieme di invenzioni delle industrie dolciarie americane, ma siano radicati in qualcosa di più profondo, comune a tutti noi, americani o italiani non importa.

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