Perchè è stato costruito il Foro di Augusto, come era organizzato e come è stato modificato nel tempo.
Perchè è stato costruito il Foro di Augusto?
Prima della battaglia di Filippi (ottobre del 42 a.C.), contro gli assassini di Giulio Cesare, Augusto promise la costruzione di un tempio a Marte Vendicatore, a condizione che questi gli avesse concesso la vittoria. Dalla battaglia uscì vincitore e quindi dovette rispettare la promessa.

Tornato a Roma diede avvio ai lavori e dispose che il Tempio fosse cinto da un grande Foro. La posizione del complesso, grande 50 x 80 m, non fu casuale; infatti si trovava accanto al Foro di Cesare, suo padre adottivo.


I lavori durarono circa 40 anni. Il Foro era separato dal quartiere popolare della Subura da alti muri di peperino e pietra gabina che lo proteggevano anche dai frequenti incendi che si sviluppano in questa zona.

Come era organizzato?

Era possibile accedere al Foro di Augusto dai lati brevi quindi dalla Subura e dal Foro di Cesare.
Entrando dal foro del padre adottivo si giungeva nel portico occidentale, da cui si aveva una visuale del foro impressionante. In primo piano vi era una quadriga (carro trainato da 4 cavalli) guidata da Augusto pater patriae e incoronato da una Vittoria.

Più in alto si trovava il Tempio, che misura 20 x 25 x 27 m, ai cui lati si trovavano altri due portici. Circa 61 statue di divinità, a testimonianza del loro favore nei confronti del nuovo Stato, e grandi personaggi di Roma, esempi virtuosi che potevano anche ispirare i cittadini, erano situate davanti alle colonne.

La trabeazione delle colonne era decorata da foglie d’acanto. Sopra la cornice trovavamo anche un attico decorato da cariatidi, scultura di figura femminile usata come colonna, alternate a scudi con teste di Giove Ammone.

Vitruvio, architetto e scrittore romano, (81-15 a. C.) ci raconta che:
- le cariatidi erano le donne di Karya ridotte in schiavitù per aver appoggiato i Persiani, ma, tuttavia, potevano indossare le loro vesti e i loro attributi matrimoniali.
- Giove Ammone era ritenuto il mitico padre di Alessandro Magno e protettore di Antonio.
Il pavimento era in marmo policromo. Sulle pareti, ricoperte in marmo, vi erano delle nicchie che accoglievano statue di personaggi illustri, con ai piedi epigrafi che esaltavano onori e gesta.
Ai lati dei portici si aprivano 4 esedre semicircolari. Nelle più vicine al tempio vi erano i tribunali: quello del praetor urbis che giudicava controversie tra i cittadini mentre quella del praetor peregrinus si occupava di quelle fra non cittadini.
Il portico settentrionale terminava in una stanza quadrangolare dove vi era una statua che rappresentava il numen di Augusto, con il capo velato e in mano un lituo (bastone usato dagli auguri per la delimitazione del templum, lo spazio celeste corrispondente allo spazio terrestre che doveva essere inaugurato).
Interventi successivi
Sotto Tiberio (42 a.C.-37 d.C.), ai lati del Tempio, furono eretti anche due archi di trionfo, dedicati a Druso e Germanico.
Con Domiziano (52 – 96 d.C.) le due esedre poste sul lato del Foro di Cesare vennero abbattute.
I recenti scavi archeologici hanno anche dimostrato che il Foro di Augusto è stato uno dei primi ad essere spogliato di alcuni elementi architettonici per il materiale di recupero.

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