La tomba di Childerico

La scoperta della tomba di Childerico corrisponde alla nascita dell’archeologia merovingia, che studia l’epoca della prima dinastia dei regnanti di Francia. Possiamo considerarla il punto di partenza per la nascita dell’archeologia medievale in Europa.

La scoperta della tomba di Childerico

Il 27 maggio 1653, nel primo pomeriggio, nel corso della ristrutturazione di un piccolo edificio accanto alla chiesa di Saint-Brice, un operaio trovò degli oggetti di grande valore: trecento monete d’oro e d’argento, armi e gioielli, con la caratteristica lavorazione a cloisonnée. Su un anello vi era un nome ed un ritratto, “Childerico regis”.

Chiesa di Saint-Brice, a Tournai (Belgio)

Childerico I, uno dei primi sovrani del popolo dei Franchi, è il padre di Clodoveo, il primo re franco a convertirsi al cristianesimo e a farsi battezzare.

Ritratto di Clodoveo I su una moneta di bronzo, 1720

Non appena si diffuse la notizia della scoperta l’arciduca Leopoldo Guglielmo, governatore dei Paesi Bassi per conto del re di Spagna Filippo IV, si fece consegnare i reperti e ne affidò lo studio a Jean-Jacques Chifflet, suo medico personale e uomo erudito.

Ritratto di Jean-Jacques Chifflet, Balthasar van Meurs

L’equivoco di Chifflet

Nel 1655 Chiffer ha pubblica l’opera Anastasis Childerico I Francorum Regis, si è thesaurus sepulchralis Tornaci Neruiorum, La resurrezione di Childerico I re dei Franchi, o del tesoro funebre di Tournai. Quasi quattrocento pagine, con 27 tavole di disegni. I reperti più importanti sono riprodotti fedelmente, con splendide incisioni molto accurate, ma ci sono delle incongruenze, e delle lacune. Ad esempio manca una pianta della zona del rinvenimento, questo è uno dei limiti dell’antiquaria, una visione poco attenta al contesto dei ritrovamenti.

L’equivoco più grande in cui cadde Chifflet riguarda una fibula, una spilla che serviva a fermare il mantello sulla spalla, in oro, finemente decorata e terminante con una croce.

Childerico
Fibula trovata da nella tomba di Childerico

Chifflet confonde la spilla per uno stilo, un pennimo da scrittura. Nel suo disegno ricostruttivo la fibula viene usata intingendola nell’inchiostro, per scrivere. Come mai Chifflet non capisce di cosa si tratti? Gli manca l’approccio archeologico, la ricerca di elementi di confronto con oggetti simili e di altre fonti dello stesso periodo.

Childerico

Gli sarebbe bastato dare uno sguardo ai mosaici della chiesa di San Vitale a Ravenna, per capirne la funzione, la indossano alcuni dei dignitari che circondano l’imperatore Giustiniano.

Basilica di San Vitale, Ravenna

Cosa accadde dopo?

Nel 1656 l’arciduca Leopoldo Guglielmo porta i reperti a Vienna, successivamente finirono nelle mani dell’imperatore Leopoldo I e poi del re Sole, Luigi XIV, che li sistemò al Louvre. In seguito verrano trasferiti nella Biblioteca reale, dove resteranno fino al 1831.

Nella notte tra il 5 e il 6 novembre del 1831 qualcuno ruba il tesoro. L’autore del furto Fu Frossard con altri due tipi loschi. Frossard viene presto arresta e confessa, racconta che una parte dei reperti in ora è già stata fusa, verrà infatti trovata sotto forma di lingotti. Tra questi vi era l’anello con il ritratto del re, che serviva a imprimere il sigillo reale sui documenti. Un’altra parte era stata gettata nella Senna, venne in parte recuperata ed è oggi esposta al Cabinet de Médailles della Biblioteca nazionale a Parigi.

Childerico
Ricostruzione dell’anello con il sigillo di re Childerico, fine V secolo. Parigi, Biblioteca nazionale.

Se oggi possiamo farci un’idea complessiva del tesoro di Childerico è solo grazie alle tavole del libro di Chifflet.

Nel 1859 un sacerdote-archeologo, l’abate Jean Cochet, pubblica un nuovo libro : La tomba di Childerico I, re dei Franchi. Al contrario di Chifflet, Cochet, ha ben presente l’importanza del contesto:

“A dire il vero, quando un bell’oggetto emerge dal terreno, quando il piccone porta alla luce un pezzo importante, io non sono mai indifferente alla cosa; ma una volta che l’oggetto è stato estratto dalla terra, non ha più nessun valore. Lo sistemo con buona volontà in una collezione pubblica e mi rassegno a non vederlo mai più.”

Cochet ritiene fondamentale la disposizione dei reperti nel contesto di rinvenimento per farne uno studio accurato. Crede che tutti i reperti siano fondamentali per ricostruire la storia, non solo quelli più straordinari e appariscenti.

Cosa c’era nella tomba di Childerico?

  • Un bracciale in oro massiccio, tipico dei sovrani germanici
  • più di trecento piccoli elementi, in oro e pietre preziose, a forma di cicale, probabilmente decorazioni del mantello
  • fibbie per cintura
  • una sfera di cristallo
  • il teschio di un cavallo.
  • una spada con l’elsa in osso rivestita in oro e il pomo lavorato a forma di aquila, in oro e decorata con granati
  • uno scramasax, uno spadino più piccolo
  • armi tiPoi che della tradizione franca: una lancia e la Francesca, l’ascia da lancio
  • l’anello per sigilli
  • la fibula che Chifflet scambiò per pennino.

Nuovi studi

Una delle scoperte più importanti è la scoperta che nella zona della chiesa di Saint-Brice, nella metà del V secolo, venne impiantato un cimitero, prima della sepoltura di Childerico.

Nel 481 Childerico I venne deposto ai margini della necropoli, e in seguito le tombe continuarono a crescere. C’è un’area circolare in cui le sepolture non ci sono. La conclusione di uno studioso, Brulet, è la tomba di Childerico doveva trovarsi proprio li, ed era sormontata da un alto tumulo. Tutto intorno a questo spazio sono state trovate 3 grandi fosse che ospitavano, quattro, sette e dieci cavalli. Le analisi effettuate riportano che furono trucidati con un taglio netto alla gola, quindi un sacrificio di massa In occasione dei funerali del re.

Sepoltura di un cavallo

Su questo libro puoi trovare altre info interessanti su questa ed altre nove scoperte archeologiche.

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